Il bando “Voucher digitalizzazione per le PMI”, spiegato bene – AGGIORNAMENTO 16 Maggio 2018

Nel mese di marzo il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato un importante aggiornamento, aumentando notevolmente la dotazione finanziaria dell’interno bando. Da i 100 milioni iniziali si è passati a 342,5 milioni di euro. Stiamo quindi parlando di un decreto in corso di pubblicazione ufficiale che triplica la cifra iniziale.

La motivazione è semplice e si evince da una nota del dicastero: “La decisione è stata presa, a fronte di oltre 90.000 domande presentate, per evitare che il riparto delle risorse stanziate all’origine  (100 milioni di euro per l’intero territorio nazionale) sia sensibilmente inferiore a quello richiesto dalla singola impresa”. In sostanza stando ai 100 mln iniziali, suddivisi per tutte le imprese ammissibili, sarebbero arrivate briciole. Si parlava di circa il 16% della spesa sostenuta, ora ci si avvicina al 45%, ma sono percentuali da prendere con la dovuta cautela perché non sono ufficiali ma frutto di semplici calcoli aritmetici. Infatti la distribuzione non sarà uniforme in tutta Italia, mentre al sud dovrebbe esserci una copertura del 100% del fabbisogno, per le aziende del nord si tratta solo del 30-35%.

Ovviamente di questa novità possono beneficiare le aziende che già hanno richiesto il voucher e già rientrano nella lista delle aziende assegnatarie che potete consultare qui. Queste aziende possono già iniziare a spendere le cifre previste dal progetto presentato, la cosa importante è inserire nelle fatture dei fornitori la dicitura prevista dal bando:

“Spesa di euro xxxx (al netto dell’iva) dichiarata per l’erogazione del Voucher di cui al D.M. 23 settembre 2014” e il saldo va effettuato rigorosamente mediante bonifico SEPA Credit Transfer, indicando nella causale Bene acquistato ai sensi del Decreto MISE 23 settembre 2014“.

Inoltre le spese vanno effettuate tutte entro il 14 settembre 2018. Detto questo, alla luce dell’integrazione dei nuovi contributi.


Se ne parla molto, a ragione, perché è un’ottima opportunità. Si tratta di un finanziamento ministeriale fino ad un massimo di 10.000 € per progetti di digitalizzazione aziendale e ammodernamento tecnologico. Non sono cifre astronomiche ma sono quelle giuste per incentivare le aziende a fare investimenti in progetti “digitali” che magari hanno da tempo nel cassetto. E’ un bando interessante perché se la cifra massima finanziabile non è altissima, la somma totale a disposizione invece lo è: 100 milioni su base nazionale. Quindi le possibilità di vedersi assegnare qualcosa sono concrete.

Però si sta facendo anche molta confusione e spesso il bando viene spiegato in termini semplicistici tralasciando dettagli fondamentali per la corretta partecipazione allo stesso. Proviamo a fare chiarezza:

Che cosa finanzia

Questa è la parte più facile: il sito del Ministero dello Sviluppo Economico  è piuttosto chiaro ed è la parte che probabilmente già conoscete. Il bando finanzia micro, piccole e medie imprese per interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico.

Le attività sono divise in 6 differenti campi:

  1. Il miglioramento dell’efficienza aziendale;
  2. La modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, tale da favorire l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità, tra cui il telelavoro;
  3. Lo sviluppo di soluzioni di e-commerce;
  4. La connettività a banda larga e ultralarga;
  5. Il collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
  6. La formazione qualificata, nel campo ICT, del personale dell’impresa.

Come già detto la cifra massima finanziabile è di 10.000 € e può essere erogato il 50% di un intero progetto. Quindi le aziende devono comunque prevedere un investimento: se si propone un progetto da 20.000 € l’azienda potrà richiedere un rimborso di 10.000 €.  Le somme effettivamente erogate potranno essere inferiori se il monte delle erogazioni ammesse sarà superiore alla somma totale disponibile.

La cosa si fa comunque interessante anche per progetti piccoli che potrebbero coinvolgere micro imprese alle quali il Ministero fa chiaramente riferimento. Alcune aziende o liberi professionisti potrebbero avere da tempo nel cassetto progetti di digitalizzazione: sapere che è possibile ottenere un rimborso del 50% è un ottimo incentivo per tirarli fuori.

Come promemoria la tabella seguente mostra la differenziazione tra micro, piccole e medie imprese:

micro impresa
piccola impresa
media impresa
a) dipendenti
meno di 10
meno di 50
meno di 250
b)fatturato
non superiore a € 2 milioni
non superiore a € 10 milioni
non superiore a € 50 milioni
oppure
oppure
oppure
c) totale di bilancio
non superiore a € 2 milioni
non superiore a € 10 milioni
non superiore a € 43 milioni

Chi non può partecipare

Non tutte le PMI possono partecipare. Dal bando emerge chiaramente come siano escluse le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura o nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli. Se commercializzate prodotti per l’agricoltura la domanda dovrebbe essere comunque accolta perché il bando cita come attività la “produzione agricola” e non la commercializzazione. Quindi un e-commerce di sementi o prodotti per il giardino rientra tra i progetti finanziabili. Tutto ciò avviene in conformità con le norme europee con i finanziamenti definiti “de minimis”. I coraggiosi posso approfondire a questo link.

Base regionale

Un aspetto importante che spesso si trascura è l’assegnazione su base regionale del bando. Infatti i voucher non saranno distribuiti in modo omogeneo su base nazionale, ma è stata assegnata una quota ben precisa ad ogni regione italiana, regioni che a loro volta sono suddivise in tre macro gruppi: Regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), Regioni meno sviluppate (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia) e Altre Regioni. Le cifre precise le potete vedere in questa tabella:

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Questa distinzione è importante perchè facendo un rapido calcolo tra cifra finanziata e numero di aziende regione per regione vedremo come alcune aziende ubicate in alcune zone d’Italia avranno una possibilità maggiore di ottenere il voucher. Le regioni categorizzate come “meno sviluppate” hanno a disposizione una cifra maggiore rispetto a quelle nella categorie “altre Regioni”. Detto questo sono convinto che tutte le PMI di tutte le regioni dovrebbero partecipare, ma se avete un’azienda in Basilicata, Campania, Calabria, Puglia o Sicilia avete anche un motivo in più per richiedere il voucher: il Ministero ha deciso di offrirvi una piccola agevolazione in più.

Requisiti

Alcuni requisiti minimi possono sembrare scontati per aziende strutturare abituate a partecipare a bandi pubblici. Ma molti tra gli interessati potrebbero essere liberi professionisti o semplicemente Start Up che non hanno ancora avuto a che fare con il magico mondo della burocrazia digitale pubblica. E’ quindi meglio fare un ripasso:

  1. Carta Nazionale dei Servizi: è la Smart Card consegnata dalla Camera di Commercio ed è l’identità digitale della vostra azienda. E’ fondamentale averla per partecipare al bando perché è quella che vi permetterà di firmare digitalmente la richiesta.  Attenzione perché la Smart Card ha una scadenza, non basta averla, deve essere anche validata. Ha validità 3 anni, se è in scadenza avete tempo entro i 90 giorni dalla scadenza per rinnovarla on line, altrimenti sarete costretti a richiederne una nuova e sarà meglio affrettarsi perché i tempi tecnici di emissione non sono immediati.
  2. PEC valida e registrata presso il Registro delle Imprese.
  3. I dati dell’azienda devono essere aggiornati presso il Registro delle Imprese. Quindi se di recente è avvenuto un cambio societario (banalmente l’indirizzo della sede o altro) è bene controllare che siano stati comunicati correttamente.
  4. Requisito non fondamentale: il Rating di Legalità. Non è obbligatorio averlo, ma le imprese che lo hanno conseguito sono agevolate in quanto il bando prevede una quota del 5% riservato a loro. Per ottenerlo però l’azienda deve avere un fatturato di almeno 2 milioni nell’anno precedente alla richiesta, aspetto che taglia fuori automaticamente tutte le micro imprese (qui potete trovare maggiori informazioni).
  5.  Il fornitore dei servizi deve consegnare una liberatoria a chi partecipa al bando nel quale dichiara che i lavori sono stati regolarmente pagati nella loro interezza (infatti il voucher sarà erogato a spesa effettuata). Quindi è bene avere a che fare con un fornitore di fiducia con il quale si ha un rapporto diretto per poter chiedere la compilazione della documentazione richiesta.

Campi di intervento: cosa poter proporre

Le categorie alle quali poter partecipare sono sei. Qui proponiamo degli interventi concreti che concederanno solo tre campi, in base a quelle che sono le nostre competenze di web agency:

Il miglioramento dell’efficienza aziendale

  • E-commerce: se avete un negozio online con un database non ancora sincronizzato al gestionale di magazzino questa può essere una buona opportunità per correre ai ripari.
  • Licenze: il bando specifica che Il voucher è utilizzabile per l’acquisto di software, hardware e/o servizi . Quindi anche servizi come la suite Adobe Creative, la licenza Dropbox Business, Trello Premium, Atoka, Seo Zoom, Instapage, Linkedin Sales Navigator, HubSpot, tutti strumenti secondo noi fondamentali per il miglioramento dell’efficienza aziendale. Qui c’è un problema però: come detto in precedenza il fornitore deve consegnare una liberatoria, è quindi bene appoggiarsi ad un’agenzia che possa fare da tramite e gestire questi passaggi per poter avere un riferimento unico.
  • Piani di digital marketing per poter migliorare l’efficienza aziendale nell’acquisizione di nuovi clienti. Può essere il momento buono per abbandonare le vecchie strategie di Contact Center.

Lo sviluppo di soluzioni di e-commerce

  • La realizzazione di uno shop online ma anche l’ammodernamento di un vecchio sito che ha bisogno di un restyling, di un aggiornamento CMS o di una semplice implementazione di nuove features.

La formazione qualificata, nel campo ICT, del personale dell’impresa

  • Formazione al personale ICT per l’utilizzo dello shop online
  • Formazione per la creazione di piani di web marketing a sostegno dell’attività appena avviata

Non abbiamo la sfera di cristallo e non possiamo affermare con certezza che tutti i progetti di questo tipo saranno approvati, ma secondo il nostro parere sono tutti pienamente coerenti con i parametri del bando.

Come avviene l’assegnazione

Si potrà partecipare rigorosamente e unicamente via telematica tra le  ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e le ore 17.00 del 9 febbraio 2018. Non verrà tenuto in considerazione l’ordine di arrivo delle domande, quindi non serve scannarsi, non ci sarà nessun clic day. E’ però consigliato fare un po’ di palestra prima di partecipare in via definitiva, perché la finestra temporale è breve e se si incontrano degli imprevisti il tempo per risolverli è poco. Per fortuna il Ministero renderà possibile l’accesso alla procedura informatica già dal 15 gennaio e si potranno fare tutte le prove del caso. Entro 30 giorni dalla chiusura dello sportello comunicherà quali imprese hanno ottenuto il voucher. Se l’ammontare delle cifre richieste e ammesse supererà i 100 milioni a disposizione avverrà una ripartizione tra i richiedenti sempre su base regionale. Se sarete tra i fortunati assegnatari attenzione perché non finisce qua: dovete presentare, entro 30 giorni dalla data di ultimazione delle spese, la richiesta di erogazione, allegando i titoli di spesa.

Quindi, noi il 15 gennaio ci collegheremo, saremo online e faremo la nostra prova di precompilazione del bando, e su questi schermi vedrete le nostre prime considerazioni: continuate a seguirci!

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